Il Programma

 A San Giuliano fai vincere la sinistra

BOLELLI SINDACO

Programma di Legislatura 2009-2013 

Questo documento programmatico intende riportare al centro del governo del territorio e della comunità sangiulianesi i bisogni e i diritti dei cittadini e riaffermare i doveri civici che ai cittadini, agli amministratori e ai funzionari pubblici spettano. Questo in continuità con molti elementi del programma della coalizione che prevalse alle elezioni amministrative del 2004: solidarietà, partecipazione e decentramento restano tuttora i principali valori su cui deve poggiare la convivenza della comunità locale, mentre la salute, l’integrazione dei cittadini migranti, la qualità della vita, la tutela dell’ambiente, la difesa del lavoro, della scuola pubblica e dei diritti civili e sociali sono le priorità da perseguire. Su di esse chiameremo al confronto tutte le forze politiche e le organizzazioni sociali attive nel territorio del Comune, per l’intera durata della legislatura e in funzione del ruolo che il voto popolare ci avrà attribuito.

In questi cinque anni molti sono stati gli eventi che hanno mutato la situazione sia a livello locale, che nazionale e internazionale. La crisi economica corrente è espressione dell’esaurimento di un modello economico aggressivo, ideologico e dissipativo. Il suo tramonto porterà alla disgregazione e riaggregazione dei soggetti politici correnti, rendendo massimo il rischio di fenomeni di sottogoverno anche nelle realtà locali. Nello stesso tempo, sono in campo proposte di cambiamento delle regole elettorali (referendum Guzzetta e d.d.l. La Russa), su cui converge il consenso sia del PdL che del PD, volte a costituire un sistema illiberale e antidemocratico, che nel nome del sistema maggioritario e con il pretesto della debolezza della politica, intendono affidare il governo, sia nazionale, che locale, a minoranze, organizzate in partiti politici in mano a caste sottratte al controllo degli elettori. Una forma di neo-fascismo dolce, destinata a esasperare o sopprimere, a seconda delle circostanze, il conflitto sociale. Una degenerazione del sistema repubblicano costituzionale cui è necessario opporsi in ogni sede, a partire da ogni territorio. La Sinistra popolare, antiliberista, socialmente consapevole e responsabile è dunque di nuovo in campo nella nostra comunità locale e sin d’ora denuncia l’uso strumentale delle Istituzioni locali a scopo di propaganda elettorale e le degenerazioni politiciste del confronto politico. Abbandona di conseguenza la pratica di proposte programmatiche demagogiche, in cui si finge di dar risposta e soluzione a tutti i problemi, senza curarsi della loro sostenibilità  economica. Al contrario, al fine di promuovere un programma che sia attuabile, propone in esso chiaramente indicate alcune priorità, le più importanti. Inoltre, si farà attrice di un movimento volto a conseguire il risultato di un bilancio PARTECIPATO, così da promuovere permanentemente la pianificazione e razionalizzazione della spesa corrente e il contrasto all’evasione, all’elusione, agli sprechi, all’inefficienza dei servizi, all’ottundimento delle responsabilità individuali e collettive.

 

La politica sangiulianese

Non è possibile avviare alcuna riflessione politica positiva se non riconoscendo il ruolo che Rifondazione Comunista ed i Comunisti italiani hanno avuto nella ultima legislatura, fino all’uscita dalla maggioranza, operando con lealtà nei confronti del sindaco e del suo programma e a garanzia del servizio pubblico contro i tentativi di privatizzazioni e di una visione aziendalistica dell’Ente.

La scorsa estate Rifondazione Comunista e i Comunisti italiani sono usciti dalla maggioranza che governava il Comune di San Giuliano. Senza ripercorrere le tappe che hanno provocato uno strappo doloroso e sofferto, a distanza di qualche mese, sono ormai chiare le ragioni della rottura. La concessione dell’aula consiliare (e quindi del più importante spazio istituzionale) a una manifestazione apologetica del fascismo, nel corso della quale tra l’ altro è stato vergognosamente insultato un partigiano comunista oggi defunto, è stato un evento ricercato, allo scopo di rinchiudersi in un’autoreferenzialità ed autosufficienza che sono solo espressione di degrado del costume politico e di difficoltà interne per contrasti di interesse di ordine personale. Da tempo, infatti, sia il Sindaco che il Presidente del Consiglio Comunale avevano degradato l’accordo politico che era alla base dell’ alleanza tra Partito Democratico e le forze della sinistra comunista a una pura e semplice formalità. La scelta dell’autosufficienza del Partito Democratico, già praticata, in anticipo, nel nostro comune, sia a livello politico che amministrativo, aveva trasformato un’alleanza politica in una pura e semplice comunicazione, a fatti avvenuti, di scelte assunte fuori del Consiglio Comunale: i temi della tutela dell’ ambiente, dell’ urbanistica, della viabilità, delle politiche sociali, da tempo venivano sottoposti agli alleati solo a decisioni già assunte. La stessa costituzione di GESTE, che aveva visto le forze di sinistra in prima fila per la realizzazione di una società interamente a capitale pubblico in controtendenza con le privatizzazioni effettuate nei comuni limitrofi, veniva “congelata” dal Sindaco e dal PD, che, in spregio a ogni accordo, a tutt’oggi non hanno proposto per tale società né un piano industriale né una amministrazione che sia espressione del Consiglio Comunale. Solo tardivamente, molto tardivamente, a ridosso della campagna elettorale, si è voluto indicare chi sarà il Presidente di GESTE, nel tentativo di oscurare i fatti, che sono semplicemente fatti: nessuna attività, nessun progetto, nessun finanziamento è stato fornito a GESTE dal momento della sua formazione ad oggi, congelando risorse umane e professionali, dignità di lavoratori di cui, fino ad oggi, ci si è solo disfatti, senza peraltro nemmeno risolvere la questione del lavoro precario nell’Amministrazione, erogato solo a scopo di consenso elettorale.

La gestione del potere da parte del PD ha così progressivamente svalutato il ruolo decisionale proprio del Consiglio Comunale, ridotto a luogo di ratifica di decisioni assunte in altra sede, mentre i dirigenti locali del Partito Democratico, in ossequio a direttive esterne, hanno cercato progressivamente di normalizzare (adeguandola a quanto veniva fatto nei comuni limitrofi ed in particolare nel comune di Pisa) quella che sempre più veniva sentita come un’ anomalia, e cioè l’alleanza paritaria tra le forze di sinistra e quelle di centrosinistra.

Centro dello scontro, che ha visto spendersi in prima fila i vertici nazionale del Partito Democratico e in primo luogo l’On. Letta, con il sostegno dell’ ex Sindaco di Pisa Fontanelli, è stato il modo di affrontare i problemi propri di un corretto uso del territorio e delle sue risorse nonché l’impostazione delle politiche sociali. In entrambi i casi, l’insofferenza è stata tardiva e si è fatta intollerabile, quando la presenza di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani nella maggioranza al Comune di San Giuliano ha saputo impedire che l’erogazione dei servizi comunali venisse ulteriormente affidata a società esterne e che i servizi sociali venissero appaltati a cooperative. E’ nella consapevolezza di tutti e di ognuno che l’esperienza della privatizzazione dei servizi pubblici si è rivelata non solo una fonte di maggiori costi per la collettività, con risultati insignificanti e talora fallimentari, sotto il profilo della efficienza e degli investimenti, mentre i diritti dei lavoratori in queste aziende a maggioranza pubblica e a capitale misto pubblico-privato sono stati offesi, ridotti, talora umiliati. La vera spiegazione della crisi della maggioranza che per quattro anni aveva governato San Giuliano sta tutta qui. La concessione della sala consiliare per una manifestazione di esaltazione del fascismo è stata solo l’occasione, il pretesto, per giungere alla rottura. Questo nulla toglie alla gravità dell’episodio. Anzi la esalta. Non si esita di fronte a nulla: l’antifascismo, la memoria storica, la difesa della Costituzione possono essere abbandonati. Anzi: si devono addirittura promuovere e accettare regole elettorali e pratiche politiche degenerative che perpetuino la politica mestierante e rimuovano il fastidioso impedimento di un pensiero dissenziente.

 

La crisi economica

Il programma 2009 non può prescindere dal mutato contesto politico italiano e dalla situazione economica internazionale. Le politiche di governo dei territori e quindi il ruolo stesso delle amministrazioni non potranno eludere le conseguenze di una crisi che ha connotati strutturali, una crisi dell’economia neoliberista e capitalista, aggravata dalle speculazioni sui capitali finanziari e sulle materie prime. Anche in Italia la crisi si sta concretizzando in perdita di potere d’acquisto, perdita di posti di lavoro, disoccupazione dilagante nella fascia del lavoro precario, nel diffondersi, a causa dell’insicurezza sociale, di fenomeni di razzismo e intolleranza e in un aumento della forbice delle disuguaglianze sociali, in termini sia economici che di accesso ai diritti.

Alla luce di queste considerazioni, è fondamentale rifondare le politiche delle amministrazioni locali sulla solidarietà sociale, sulla localizzazione territoriale della produzione, sulla responsabilità sociale dell’impresa. I territori e le popolazioni devono essere sottratte alle logiche di breve periodo e di scarso respiro che da tempo hanno pervaso le scelte operate in nome di un generico e progressivo “sviluppo”. L’idea che la giustizia sociale sia possibile solo se si produce di più è un’insostenibile stupidità. L’intero processo capitalista mondiale ha ormai esaurito la sua fase storica basata sullo sviluppo, a causa del progressivo esaurimento delle risorse naturali, dell’insostenibile limitazione alla libertà d’impresa derivante dalla concorrenza economica esasperata e dall’esaurimento della possibilità che la domanda di mercato cresca allo stesso ritmo dell’offerta  di beni e servizi. Lo “sviluppo”, spesso strumentalmente nobilitato come “sostenibile”, ma in realtà fatto di dissipazione e privatizzazione dei beni comuni e delle risorse dei territori, accompagnato da una costante diminuzione delle tutele e dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, ha esaurito il suo ciclo economico e sarà inevitabilmente sostituito da un economia fondata sui concetti di “lavoro” e “compatibilità sociale”. Il Comune di San Giuliano dovrà dunque operare le scelte, in termini di equità, servizi, efficienza e politica economica infrastrutturale, volte a favorire la rilocalizzazione delle imprese produttive, di servizio e distribuzione sul territorio e a promuovere l’equità sociale.

 

Diritti

La possibilità di accesso ai diritti, per i singoli e per le imprese economiche, costituisce la linea che separa un’uscita dalla crisi in una direzione piuttosto che in un’altra, il discrimine tra destra e sinistra, fra stasi e regressione economica e sociale o adeguamento rapido al cambiamento di modello economico e produttivo che si svilupperà, su scala mondiale, nei prossimi anni.

  •  L’istituto del Difensore Civico non ha prodotto risultati proporzionali al suo costo. Noi individuiamo le ragioni di tale parziale insuccesso da una parte alle modalità che si sono volute dare alla sua elezione e dall’ altra alla carenza di educazione all’esercizio dei diritti da parte della popolazione. Il Partito Democratico ha voluto che a tale carica venisse assunta persona di sua scelta, imponendone la elezione con i suoi soli voti. Ciò ha comportato che la figura scelta in tale modo perdesse di autorevolezza e venisse percepita come emanazione del medesimo potere che avrebbe dovuto controllare.
  • Per tali ragioni proponiamo che il difensore civico debba esser eletto sempre con una maggioranza qualificata e che abbia tra l’ altro, il compito di informare i cittadini dei loro diritti, spostandosi sull’intero territorio comunale, con regolare periodicità, per l’intera legislatura. Un Camper dei Diritti, con collegamento di rete in telefonia mobile, dovrà essere disponibile per i Cittadini e le Imprese, in tutte le frazioni del Comune, affinché ogni cittadino, giovane o anziano che sia, in forma individuale o collettiva, possa conoscere senza costi aggiuntivi quali siano i suoi diritti e le procedure necessarie per goderne. Questa attività di informazione potrà, peraltro, produrre anche un indotto lavorativo: figure professionali in grado di curare e seguire tutto quanto è necessario al conseguimento della fruizione di un diritto.
  • Dovranno essere abbandonate pratiche amministrative che nei fatti identificano interlocutori privilegiati, siano essi imprenditori o soggetti economici di altra natura e determinano, nei fatti, un percorso di esclusione di altre soggettività
  • Partecipazione e trasparenza: riteniamo che sia improrogabile riconsiderare l’attuale sistema di scelta dei vertici delle società pubbliche o a capitale misto, introducendo regole che privilegino le competenze e le professionalità, anche con sistemi di selezione ad evidenza pubblica, per garantire la buona amministrazione e soprattutto per contrastare qualsiasi inclinazione, attraverso l’esercizio di pratiche amicali riconoscenti, a escludere alcuni dalla fruizione di diritti a vantaggio di altri.

 

Il Comune

Una buona riorganizzazione della macchina comunale è un requisito necessario all’economia di gestione, alla fruibilità dei servizi erogati e al godimento dei diritti civici.

Nel corso dell’ultima legislatura, molti servizi sono stati esternalizzati. In particolare, il trasporto scolastico, la manutenzione del verde, delle strade e degli immobili, le incombenze relative al turismo, la gestione degli impianti sportivi e altre strutture in genere, l’inglobamento delle farmacie comunali, sono stati trasferiti alla società privata a totale capitale pubblico GESTE (azienda in House Providing), nata con il fine di poter mantenere pubblici i servizi comunali. Una scelta che si è rivelata obbligata, poiché la spesa per il personale del Comune usciva dai parametri imposti dalla legge finanziaria dello Stato. Tuttavia, le preesistenti disfunzioni e l’eccessiva burocrazia dell’Ente, cui non si saputo o voluto metter mano, hanno condotto a un ingiustificato aumento di bilancio, come se l’esternalizzazione di servizi avesse portato a un paradossale aumento della spesa pubblica per la gestione dei servizi non più erogati direttamente dall’Amministrazione.

Si impone, quindi, una tempestiva riorganizzazione della macchina comunale, che porti a uno snellimento dell’organizzazione interna, con conseguenti risparmi gestionali. Tutto ciò in controtendenza con le scelte operate dalla gestione Panattoni, che ha incrementato il personale di 25 unità che, esempio di incapacità di assumere le responsabilità che insistono su un ruolo di governo, sono rimaste nell’Ente con altre funzioni, quando i servizi sono passati a GESTE. Nel frattempo, GESTE è stata lasciata senza guida, senza piano industriale, senza trasferimento di fondi e ha potuto operare nell’interesse della collettività solo grazie al senso di responsabilità dei suoi lavoratori.

Ne consegue che deve essere garantito un effettivo controllo e una riorganizzazione dell’Ente, attività che devono portare – affinché si possa affermare che i cittadini da questa operazione traggano un beneficio – a un bilancio complessivo (dato dalla somma di quello del Comune e di quello della GESTE) che sia inferiore o uguale a quello del 2006, prima della nascita di GESTE. Allo stato delle cose, invece, alla luce del bilancio di previsione presentato ultimamente e di quanto agito fino ad oggi, è evidente il rischio, o addirittura la volontà, che, nonostante i risparmi annunciati e strombazzati dall’operazione fatta, il bilancio complessivo finale andrà a sforare, nel 2010, i vincoli del patto di stabilità, con la conseguenza di condurre GESTE al fallimento o alla trasformazione in soggetto privato con, presumibilmente, la ricaduta dei costi dei servizi a carico della cittadinanza. Nello stesso tempo è urgente, in tempi rapidissimi, definire l’ammontare dei trasferimenti finanziari effettivi a GESTE, a partire da quelli del 2008 e per il 2009, quale economicità abbia realmente portato l’operazione GESTE, pervenire alla nomina di un Consiglio di Amministrazione e di un Presidente, elaborare un accurato piano industriale che delinei la crescita e lo sviluppo di GESTE, aumentare, e non svuotare dall’interno, i servizi di competenza GESTE, attraverso un’ottimizzazione delle risorse umane.

Quanto ora discusso è parte di un discorso più ampio, che coinvolge le effettive attività di  controllo e coordinamento che il Comune esercita sulle altre aziende partecipate, come Acque SpA, Toscana Gas, Geofor. Attività attualmente, di fatto, virtuali, subordinate, inconcludenti. Non risulta che la presenza del Sindaco Panattoni All’ interno degli A.T.O. (che sono i consorzi in cui vengono assunte le scelte relative alle società Acque e Geofort) si sia mai caratterizzata in scelte a favore della trasparenza ed a favore dei cittadini.

La gestione di Acque SpA è connotata da continue controversie tra gestore e cittadini a causa di richieste illegittime, come quella dei dati catastali, o dell’assicurazione per le perdite occulte, contro cui si è più volte espresso anche il difensore civico regionale. Nonostante la privatizzazione, non sono stati effettuati gli investimenti necessari e metà del Comune è privo di  fognatura nera, e, anche dove essa esiste, i depuratori non sono in grado di ricevere e trattare tutti i liquami. Intere zone del Comune sono percorsi da fossi maleodoranti in cui vengono sversate le acque putride con il conseguente degrado del territorio, mentre i cittadini hanno per anni pagato una depurazione inesistente. E’ del tutto evidente, quindi come la battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico, a partire dall’esenzione del pagamento ad Acque della bolletta di consumo per uso pubblico, essendo l’acqua il bene primario assoluto, non sia solo giusta e improrogabile per motivi di correttezza sociale ma rappresenti una necessità anche in termini di efficienza, controllo e risparmio per la collettività. Il Governo Berlusconi IV ha recentemente introdotto, nel c.d. Decreto Milleproroghe, con una comma introdotto all’ultimo momento, una norma che privatizza l’acqua sull’intero territorio nazionale. L’opposizione a tale norma, che affida a enti privati e alle multinazionali dell’acqua lo sfruttamento di una risorsa naturale che appartiene a tutti ed è un bisogno primario deve animarsi ed essere condotta anche a partire dai singoli territori, anche dal Comune di San Giuliano.

Non migliore situazione è in essere nella gestione dei rifiuti. L’ex amministratore delegato della Geofor è reo confesso di malversazioni e frodi, il consiglio di amministrazione è inquisito per truffa ai danni della pubblica amministrazione e la gestione del servizio di raccolta della nettezza urbana è fatta a esclusivo uso e profitto del socio privato, più interessato a far fruttare le discariche di sua proprietà che ad un corretto riciclaggio dei rifiuti. Il risultato è che la percentuale di raccolta differenziata a San Giuliano è così bassa da non consentire riduzioni tariffarie per gli utenti, il costo del servizio è elevato, è diffuso il ricorso alla manodopera sottopagata, con le scarse tutele delle cooperative, in cui il lavoro è sfruttato, disumanizzato e sottopagato. Sarebbe in questo caso opportuno avviare l’internalizzazione di alcuni servizi di raccolta, al fine di migliorare il servizio, offrire posti di lavoro senza il ricorso dello sfruttamento dei lavoratori delle cooperative e per ottenere la riduzione del costo del servizio.

L’attuazione di politiche di interesse pubblico non può infatti prescindere dalla proprietà e dalla gestione pubblica di beni e servizi. L’obiettivo del privato, cioè la redditività del capitale, è antitetico rispetto agli interessi della collettività. La forma gestionale utilizzata in Toscana per i servizi di pubblica utilità, come quello idrico e quello dei rifiuti, è quello della SpA pubblico-privata. L’esperienza di questi anni e anche quella di altri paesi europei in cui si è avuto il ricorso alla privatizzazione è in generale negativa. Gli investimenti nelle infrastrutture non aumentano come previsto, le tariffe aumentano e in maniera non omogenea rendendo oscura la razionalità del criterio tariffario, la qualità del servizio peggiora, mentre i bilanci comunali continuano a crescere, mentre avrebbero dovuto decrescere, in ragione del fatto che i comuni non trattano più i servizi esternalizzati. Le esternalizzazioni sono dunque servite solo ad avere una fetta più grande da gestire nelle Amministrazioni Comunali, sottraendo ulteriori risorse economiche ai cittadini e alle imprese. E il controllo che dovrebbe essere svolto dalla parte pubblica è impossibile a causa dell’asimmetria informativa e tecnologica a favore del soggetto privato. Non solo: il controllo e l’amministrazione delle società deve essere attuato avvalendosi di professionalità specifiche, abbandonando la logica delle spartizioni tra partiti o peggio la pratica di collocare personalità politiche altrimenti “inoccupate”, che ha altresì comportato una tacita connivenza degli amministratori pubblici nelle malversazioni perpetrate dai privati, come dimostra il rifiuto anche della attuale amministrazione sangiulianese di costituirsi parte civile nei confronti degli inquisiti della Geofort.

Parimenti, lo snellimento della burocrazia comunale deve condurre a un taglio di consulenze e incarichi professionali, incentivando, in applicazione della Legge Merloni, l’utilizzo delle professionalità presenti nell’Ente con l’affidamento della progettazione dei lavori e opere pubbliche. A questo deve affiancarsi a un’effettiva valutazione sull’operato dei dirigenti e funzionari, che devono essere impegnati su progetti chiari e direttamente rivolti al conseguimento di obiettivi, con eventuale rimozione degli stessi qualora si rivelino incapaci e/o inadempienti, dopo valutazioni effettuate, secondo i criteri scientifici attualmente disponibili, da valutatori terzi rispetto all’Amministrazione, o eventuale sistema premiale, quando sia stato effettivamente raggiunto il miglior risultato costo/beneficio nella direzione dei servizi o compiti affidati.

E’ altresì necessario  un aumento della trasparenza sull’operato comunale, ottenibile attraverso l’informatizzazione delle procedure amministrative dell’aggiudicazione delle gare d’appalto, sull’esempio del Comune di Livorno, sottraendole alla discrezionalità soggettiva,.

Per le stesse ragioni di trasparenza ed efficienza, si dovrà procedere in direzione del superamento delle prestazioni lavorative con personale precario.

 

Fiscalità e Reperimento risorse

Una fiscalità moderna, EQUA E SOLIDALE, ossequia il dettato della Carta Costituzionale, ove, all’Art. 53, è scritto che ogni cittadino deve concorrere alla spesa pubblica proporzionalmente alle proprie risorse economiche.

Di conseguenza, il principio di far pagare il meno possibile e in misura uguale a tutti deve essere abbandonato, perché iniquo, a favore di un sistema di partecipazione progressiva alla spesa del cittadino/utente per fascia di reddito familiare, prevedendo l’esenzione totale al disotto dei 12.000 Euro annuali netti. E’ necessario, per i non esenti, praticare un sistema di detrazioni per fasce di reddito in forma regressiva, basato sull’ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente), che tiene conto anche dei beni immobili,dei mutui sulla casa e dei depositi bancari o postali e altro, come misuratore reddituale della famiglia. Il carico impositivo, inoltre, deve essere suscettibile di correzione qualora, nel periodo di imposizione fiscale, si venissero a determinare eventi tali da rendere potenzialmente insolvente il cittadino, quali la perdita del posto di lavoro, il fallimento dell’attività economica, la perdita di beni famigliari o di impresa per eventi catastrofici.

Ai fini dell’equità e del reperimento di risorse si dovrà provvedere altresì:

  • All’aumento progressivo dell’ICI dalla seconda casa in poi
  • al pagamento dell’ICI per gli immobili del Clero e religioni in genere, non destinati al culto o attività religiose ma capaci di produrre reddito
  • alla lotta all’abusivismo, all’evasione ed elusione fiscale
  • alla lotta all’incuria ambientale (abbandono dei terreni, mancata pulizia dei fossi, ecc.)
  • alla lotta agli scarichi inquinanti (fognature, abbandono rifiuti, ecc.)
  • a controlli più severi alle aziende riguardo al lavoro nero, alla sicurezza, ai subappalti e alla corretta esecuzione dei lavori,
  • all’effettiva applicazione ed esazione di penali per i lavori eseguiti non correttamente o nei termini da terzi o dati in appalto dall’Ente,
  • alla revisione del bilancio preventivo, eliminando le voci di investimento improduttivo o clientelare

 Attenzione dell’amministrazione verso le fasce di popolazione a rischio povertà e marginalità significa attivare le più stringenti forme di perequazione reddituale sulle tariffe di beni e servizi. Citiamo due esempi, la tariffe del servizio idrico e quelle del servizio smaltimento rifiuti. Nel primo caso è necessario individuare degli indicatori (potrebbero essere utilizzati gli studi di settore) per differenziare le tariffe allargando la base degli esenti. Nel secondo caso devono essere riconsiderati i regolamenti di tariffazione dei comuni a TIA e attivando i meccanismi di tariffazione puntuale (ovvero basata su quanto effettivamente viene prodotto). Il meccanismo delle agevolazioni tariffarie attualmente vigente ha risultati estremamente modesti, mentre i costi complessivi del servizio ricadono pesantemente sulle utenze domestiche. E’ inoltre improrogabile il passaggio a TIA dei comuni attualmente a TARSU.

 

Politica Sociale

Se per noi è necessario riaffermare la centralità dei DIRITTI come elemento fondante anche delle politiche amministrative, deve essere altresì chiarito che essi debbano essere intesi nel loro senso più ampio e nobile: diritto al lavoro buono, a economie solidali, alla salute e alla qualità della vita e quindi alla tutela ed alla salvaguardia dell’ambiente, diritto alla cittadinanza e quindi alla casa e all’edilizia sociale, all’istruzione, alla cultura come strumento di cambiamento, alla socialità. Non esiste la godibilità di un diritto se un altro diritto è negato. Non esiste un diritto se esso non è il portato di un dovere, che il cittadino avverte nei confronti della propria comunità. L’esercizio dei diritti deve dunque essere inteso anche come uno strumento che non è rivolto semplicemente al conseguimento della pace sociale ma anche e soprattutto all’educazione comune, alla realizzazione del sentimento di comunità, alla riappropriazione del sentimento della vergogna, quel sentimento che, a differenza del senso di colpa che è privato, scaturisce dalla percezione consapevole di vivere all’interno di una comunità cui si deve rendere conto per i propri comportamenti. In un periodo di crisi economica che si preannuncia lungo e doloroso, la riappropriazione della comunità, dei sentimenti e dei valori che in essa si animano, non è solo un’aspirazione morale. E’ e sarà sempre più una necessità primaria, uno strumento attivo di sopravvivenza verso le avversità. Dunque, la politica sociale, la politica volta al godimento corretto dei diritti, non è un onere economico o un impegno morale ma un atto necessario di governo.

Questo significa, nel merito e nella realtà contemporanea, un buon bilancio che muova da una pianificazione e razionalizzazione della spesa corrente, da una continua caccia all’ evasione, all’elusione e agli sprechi per andare all’istituzione e al finanziamento con i risparmi ottenuti di un FONDO SOCIALE, che: i) dia sostegno e protezione delle fasce sociali più deboli, soprattutto a quelle più colpite dalla crisi, come chi ha perso il posto di lavoro o l’azienda, consentendo alla famiglia indigente e più disagiata di godere degli stessi servizi di quella più agiata,con pari dignità, ii) dia sostegno agli anziani e ai meno abbienti, sia in termini economici che di accesso ai servizi (sanità e assistenza, trasporti), anche con il collegamento tra frazioni e capoluogo con servizio a chiamata.

 E’ necessario altresì:

  • aggredire l’emergenza abitativa attraverso un piano per la realizzazione di nuovi alloggi popolari e la requisizione di alloggi di proprietà di banche e assicurazioni, sfitti da più di cinque anni, qualora venga rifiutato l’invito alla messa a disposizione per locazione,
  • favorire e incentivare l’accesso ai mutui, all’edilizia agevolata e ai piccoli prestiti bancari per le giovani coppie,
  • valorizzare e dare più impulso alla Consulta del volontariato.

 

Misure dirette a sostegno dell’occupazione

Non esiste politica sociale se non si sostiene l’occupazione. Tra le misure a sostegno dell’occupazione che sono praticabili direttamente da parte del Comune ricordiamo prima di tutto la possibilità di attivare interventi nelle frazione del comune per attenuarne il degrado, sulle infrastrutture, sugli edifici pubblici e per la tutela ambientale. Si pensi, a titolo di esempio, al rifacimento delle reti idriche (acquedotti) e alla manutenzione degli edifici scolastici sia da parte della Provincia che dei Comuni singolarmente o in associazione.

 

Imprese (industriali, agricole, artigianali e terziarie)

Non esiste sostegno al lavoro se non esiste sostegno all’impresa economicamente e socialmente sana e produttiva. Dunque è necessario provvedere a:

  • sgravi alle imprese virtuose in materia fiscale e in sicurezza e diritti dei lavoratori e a quelle che investono in innovazione e sviluppo sul territorio,
  • agevolazioni per l’apertura di nuove attività sul territorio, in particolare nelle frazioni più carenti, con particolare riferimento al processo macroeconomico che si svilupperà nei prossimi anni di rilocalizzazione nei territori delle attività produttive,
  • riqualificazione del mercato ortofrutticolo e nuovi impulsi all’area commerciale, in particolare mettendo gratuitamente a disposizione dei coltivatori aree per la vendita diretta dei loro prodotti.
  • potenziamento delle aree artigianali favorendo lo sviluppo di nuove aziende e, di conseguenza, di nuove opportunità di lavoro,
  • valorizzazione, attraverso fiere e varie manifestazioni promozionali (quali l’Agrifiera), delle imprese presenti sul territorio e dei loro prodotti locali,
  • promozione dei gruppi sociali di acquisto, allo scopo di garantire da un lato alle imprese presenti sul territorio la certezza di vendere in ambito locale, a tempi e pagamenti certi e a prezzi remunerativi, almeno parte, se non tutto quanto prodotto (con la conseguente caduta della necessità di richiedere prestiti per fare nuovi investimenti) e dall’altro, ai consumatori di conoscere la provenienza di quanto acquistato, esercitare un controllo diretto sulla sua salubrità, ottenere prezzi più equi che non remunerano figure parassitarie della distribuzione e le loro pratiche di incetta e levitazione speculativa e arbitraria dei prezzi. Sotto questo profilo, il comune può agire anche fornendo sostegno legale, organizzativo e arbitrale alla costituzione e al mantenimento dei nuovi rapporti economici diretti fra produttori e consumatori locali.

 Occorre qui sottolineare che nel nostro territorio agricoltura e turismo sono strettamente collegate cosicché non è esagerato dire che la bellezza dei luoghi è strettamente legata alla paziente opera di chi, negli anni, ha lavorato la terra. Già ora sono numerose le aziende che producono prodotti biologici ed in tutto il territorio comunale deve esser tassativamente proibita la coltivazione di prodotti geneticamente modificati. Un incremento dell’agricoltura biologica, ma soprattutto un intervento del Comune per dare ad essa i necessari aiuti per ottenere sbocchi commerciali remunerativi per i produttori è quanto mai necessario, così come un incremento di tutte quelle attività complementari all’agricoltura (agriturismi, fattorie didattiche ecc) che possono portare un reddito aggiuntivo all’ attività agricola.

E’ inoltre quanto mai necessario un intervento per valorizzare la fruizione turistica dei monti; poco è stato fatto in passato e molto si potrebbe fare in futuro, anche favorendo i progetti di scambio e di volontariato nazionali e internazionali. Il paesino di Mirteto e il convento di Rupecava sono completamente abbandonati al degrado. E’ assolutamente necessario un piano straordinario di recupero di questi veri e propri gioielli architettonici, anche in considerazione del fatto che oggi è possibile utilizzare strumenti di collegamento non invasivi, come le monorotaie, che consentirebbero i collegamenti tra questi e i centri abitati senza danni ambientali.

E’ necessario attivare ogni misura idonea e legalmente possibile per indurre i proprietari a mantenere puliti i fondi agricoli, quali gli oliveti abbandonati, per promuovere la qualità dell’ambiente turistico e soprattutto per evitare incendi, eventualmente promuovendo fiscalmente il loro affidamento a cooperative, secondo le forme possibili nel diritto e nella tradizione agricola.

Valorizzazione dei laghi di Campo: le inadempienze del Comune sono ormai storiche. Dapprima si è consentito alla ditta Donati di non rispettare le convenzioni via via firmate, quindi si è accettata la consegna del primo lago in condizioni tali da non consentirne la immediata fruibilità, come invece era previsto. Tutt’ora la ditta Donati deve consegnare il secondo lago. Il Comune deve pretendere che prima della consegna venga posto in sicurezza ed abbia le caratteristiche previste dalla convenzione. Inoltre la ditta Donati deve ancora oltre un milione di euro al Comune: tale somma potrebbe esser utilizzata proprio per avviare attività di cooperative giovanili finalizzate alla gestione dei laghi ed alla loro fruizione sia come spazi destinati alla ricreazione che come zone di protezione della fauna e della flora.

 

Cultura e turismo

La comunità locale non deve essere vista come un agglomerato di consumatori e/o utenti, a cui imporre modelli consumistici e un mercato dei servizi sempre più privatizzato. Un modello che tende all’omologazione delle persone, alla perdita della dimensione della dignità individuale, che sospinge al rifugio nel privato e sostituisce alla dignità la pretesa arrogante e al senso di comunità l’intolleranza non ci convince. Noi pensiamo a una comunità formata da liberi cittadini, coscienti della propria situazione reale, in grado, come soggetto collettivo, di prendere decisioni e di operare per il cambiamento delle condizioni materiali in direzione di una migliore qualità della vita. Vogliamo tendere ad una comunità dove la ricchezza non sia l’accumulazione di oggetti, ma disponibilità di tempo per sé e per gli altri, consumo solidale e piacere culturale. Questo è il nostro orizzonte culturale. Siamo convinti della validità del diritto costituzionale alla cultura, ci riconosciamo nello slogan “Impariamo a vivere la democrazia” e riteniamo che l’Educazione alla cittadinanza democratica e l’Educazione ai Diritti Umani siano gli obiettivi prioritari e basilari dello sviluppo della cittadinanza attiva e della promozione della cultura democratica. E, in accordo alle indicazioni normative europee, crediamo che si debba operare per un incremento significativo di tutte le occasioni di istruzione e formazione lungo tutto il corso della vita, per il pieno sviluppo della personalità umana e come fattore di promozione dello sviluppo locale.

E’ necessario dunque spostare risorse che nel passato il Comune ha destinato a Fondazioni che non hanno raggiunto risultati apprezzabili, verso le scuole del territorio comunale e per l’allestimento di strutture pubbliche stabili per la produzione culturale scientifica e tecnica.

Negli anni di Internet il campo culturale è stato attraversato da un flusso trasformativo di tipo connettivo, neo-culturale, che ha già modificato e continuerà a cambiare anche il concetto di comunità. E’ dunque necessario favorire l’utilizzo dei nuovi strumenti, estendendolo e sottraendolo ad una logica di mero mercato, che permetterebbe solo a chi dispone di denaro di accedere al software e ai contenuti di conoscenza e comunicazione che vivono in rete. Nella scorsa legislatura, la Sinistra ha ottenuto l’approvazione di una mozione che impegna l’Amministrazione per l’introduzione negli uffici e lo sviluppo nelle scuole e nella comunità della conoscenza del software libero. In un momento in cui il governo ha fatto sparire dai programmi scolastici la “i” di informatica, è necessario continuare a dare impulso al principio dell’open source e alla circolazione della cultura informatica postproprietaria.

E’ necessario, altresì fare proprio il messaggio politico e culturale dei gruppi di acquisto solidale, più sopra menzionati e presenti anche nella nostra comunità, che pongono la questione della frugalità e della sobrietà, impegnarsi a sostenere la dimensione locale dell’economia, valorizzando la dimensione ambientale territoriale e sociale dei prodotti, come già in precedenza illustrato. Per le stesse ragioni, ci impegneremo per l’introduzione e rafforzamento dei progetti di integrazione culturale, educazione alla cittadinanza e alla legalità, educazione al consumo critico e consapevole e del progetto memoria, sempre più necessario per tramandare i valori dell’antifascismo e della resistenza alle giovani generazioni quando saranno scomparsi gli ultimi testimoni.

E’ utile anche ricordare che, in questi anni, la domanda turistica ha subito profondi cambiamenti, poiché la sola offerta di bellezze naturali o la presenza di elementi architetturali o di interesse storico non sono più fattori sufficienti ad attrarre l’interesse turistico verso un territorio. Per altro verso, al turismo di svago si sono affiancate anche altre forme di attrazione di non residenti per un soggiorno temporaneo su un territorio. Fra queste, il turismo culturale, di lavoro, naturalistico, di ristoro e riposo. Alcuni aspetti di politica amministrativa locale pertinenti a questo tipo di offerta turistica sono già stati illustrati nella sezione relativa alle imprese. Richiamiamo qui ulteriori elementi in merito:

  •  la tradizione del Settembre e delle altre iniziative estive deve essere continuata ma è necessario promuovere una loro collocazione in aree idonee del capoluogo (piazza, giardino Terme) e delle altre frazioni; in particolare è necessario animare le iniziative, anche, se necessario, promovendone di nuove, nelle frazioni del comune, in modo da valorizzare, nella percezione collettiva, il ruolo di ogni frazione, rafforzare il senso di appartenenza alla comunità Comunale, in un Comune caratterizzato da una assai ampia estensione territoriale
  • riqualificazione e miglior utilizzo dell’Anfiteatro della Cava di Nord – Est con iniziative culturali, teatrali, musicali e promozionali,
  • promozione del turismo ambientale collegato al sistema dei monumenti, delle ville presenti sul territorio e dei Laghi di Campo, con la creazione di percorsi naturalistici e didattici,
  • potenziamento dell’attività del teatro Rossini di Pontasserchio,
  • impulso alla collaborazione con le strutture scolastiche, per un maggior coinvolgimento degli alunni delle scuole elementari e medie, nella conoscenza del territorio e della sua storia.

 

Terme

Le Terme non manifestano alcuna capacità attrattiva utile per il territorio in cui risiedono. Gli utenti delle Terme attraversano indifferenti il comune di San Giuliano e, nello stesso tempo, i cittadini di San Giuliano non hanno accesso alle Terme, se non come clienti qualsiasi, che potrebbero provenire dal qualsiasi altra parte del mondo. Questo significa che una risorsa del loro territorio, che li aiuterebbe a vivere meglio, è stata loro definitivamente sottratta da scelte politiche precedenti, dove a ciò che era giusto è stato preferito ciò che era facile. E’ necessario quindi:

  • intervenire con determinazione sulla Società Terme per favorire la partecipazione della popolazione alle strutture dello stabilimento, attraverso almeno la riapertura del giardino per iniziative culturali e ricreative,
  • rivedere l’approvazione dello storno di 100.000 euro dal bilancio a favore della Società Terme, dalla quale il territorio e la popolazione fino a ora non hanno ricevuto nessuno dei benefici promessi,
  • potenziare il termalismo sociale,
  • introdurre il servizio di riabilitazione,
  • realizzazione di un parco ludico ricreativo e termale con piscine aperte per un termalismo sociale, basato sulla prevenzione e la riabilitazione delle patologie correlate all’uso della struttura, come già previsto in passato.
  • rivedere e ripensare il progetto di ampliamento del Comune con l’individuazione di obiettivi alternativi, quali un centro per anziani o l’archivio comunale, che se dislocato in un posto alternativo a quello della Valdarno potrebbe far risparmiare al Comune diverse decine di migliaia di euro,
  • ottenere l’impegno, da parte della Società delle Terme, a promuovere dall’interno la domanda di servizi turistici esterni, quali l’offerta di spettacolo, percorsi naturalistici e culturali o l’acquisto di beni prodotti dalle imprese locali. Se le Terme devono vivere nel territorio, esse devono sentirsi ed essere parte del territorio,
  • affrontare i nodi della riqualificazione del centro capoluogo, come appresso illustrato.

 

Ambiente e territorio

La tutela dell’ambiente e del territorio ha il fine di garantire il diritto alla salute e alla qualità della vita e allo stesso tempo di incentivare sistemi alternativi di sviluppo, necessari a uscire dalla crisi.

Il territorio va inteso come un organismo fisico-dinamico, economico e sociale ancor prima che politico e giuridico, e in quanto tale, è assolutamente prioritario comprendere le sue dinamiche avvalendosi di strumenti idonei. E’ necessario promuovere una maggiore conoscenza della sua struttura e della sua storia, attraverso studi e ricerche che coinvolgano l’Università nei vari settori disciplinari necessari (geologia, archeologia, storia, urbanistica, agraria ecc.) e promuovendo la formazione di gruppi di lavoro multidisciplinari e il loro coordinamento, divulgandone gli studi alla cittadinanza in varie forme comunicative (seminari, pubblicazioni, opuscoli, riunioni, ecc.). Questa attività è funzionale alla messa in essere dei principi dell’Urbanistica partecipata – comunicativa, che, come ormai ampiamente dimostrato, permettono di raggiungere obiettivi importanti, sia in termini di qualità-efficacia che di rappresentatività dello strumento urbanistico. Soprattutto consentono che esso sia avvertito come proprio dalla comunità perché contiene le immagini che la comunità locale assegna ai luoghi di vita e di relazione. Dai lavori di gruppo (progettisti e cittadini, ognuno con i propri ruoli ben definiti) nascono spesso dal basso contenuti progettuali interessanti che scaturiscono dalla memoria e dall’esperienza degli abitanti e così pure possono essere comprese e risolte conflittualità latenti o dichiarate, tipiche di ogni processo di trasformazione. In generale, inoltre, l’adozione dei metodi di partecipazione tende a ricostruire un equilibrio tra attori forti (portatori di interessi economici e lobbies) e attori deboli (portatori di interessi generali e diffusi) o, come spesso si afferma, a garantire la presenza del terzo attore (gli abitanti) tra istituzioni e mercato.

Peraltro, promuovere la partecipazione dei cittadini non è solo auspicabile eticamente ma è un obbligo di legge (Art. 118, IV comma della Costituzione, Art. 6, Legge 142/90, Art. 6 Legge 328/2000)

L’obiezione che il tempo necessario sia maggiore di quello della pianificazione ordinaria, se pur verosimile nelle fasi iniziali del processo, con una tendenza al recupero nelle fasi finali, è inconsistente, perché vera solo quando manchi la volontà politica di metterla in atto e la capacità politica di guidarla e di assumere decisioni. Per altro, è noto dell’esperienza che è molto più facile lavorare su ambiti piuttosto circoscritti, quali riqualificazione di quartieri periferici ed aree verdi, piuttosto che su un progetto di piano vasto di una città anche di medie dimensioni; proprio per questa ragione, è utile, in questa legislatura, avviare il processo di partecipazione alle scelte urbanistiche restringendolo agli ambiti opportuni, al duplice scopo di godere dei risultati della partecipazione ma anche educare i cittadini all’utilizzo del nuovo strumento messo a loro disposizione.

Elementi importanti del processo di partecipazione sono: i) il coinvolgimento di un’ampia gamma di soggetti, quali istituzioni, associazioni, comitati, figure tecniche e professionali che si autogovernano nel condurre e coordinare le varie fasi dei lavori, con tempi certi di consegna degli atti, definiti a priori dall’Amministrazione; ii)  un atteggiamento costruttivo volto ad ottenere risultati concreti e visibili; iii)  una particolare attenzione verso i bambini ed i ragazzi, per coglierne le esigenze e le capacità di osservazione e di immaginazione, che scaturiscono dalla loro prospettiva e sono prodotte dall’attività ludica. E’ del tutto evidente il contributo che da questi può scaturire, soprattutto per ambiti da salvaguardare e da utilizzare per il tempo libero, il gioco e lo sport (parchi urbani e territoriali, aree naturali protette, sistema del verde, rete dei centri storici minori, piste ciclabili ed itinerari da percorrere con mezzi alternativi ecc.) ma anche l’enorme importanza formativa del loro coinvolgimento, in termini di senso di appartenenza ad una comunità, di radicamento nel territorio, di solidarietà e di sviluppo del senso e dell’educazione civici.

Un ulteriore strumento partecipativo è rappresentato dall’istituzione di un Urban Center, ovvero di un portale atto a fornire informazioni sul territorio e sui progetti su di esso adottati, effettuare sondaggi, percependo il giudizio in essere fra la popolazione in merito ai progetti in esecuzione, permettere l’espressione di pareri (blog), avviare discussioni pubbliche (forum), garantendo alla partecipazione pubblica di continuare anche in corso d’opera di progetti infrastrutturali e sulle scelte urbanistiche. Grandi città italiane importanti sono a capofila di questo progetto (Genova, di Torino, Milano, Bologna, Roma, Trento, Venezia, Vicenza) ma di esso potrà avvalersi, con un costo economico trascurabile, anche la nostra Amministrazione locale.

Parte essenziale della partecipazione è la trasparenza degli atti amministrativi nell’ambito dei LL.PP.  E’ necessaria la pubblicazione periodica dello stato di avanzamento dei lavori relativi alle fasi di aggiudicazione delle gare (concorsi, concorsi appalto, concorsi di idee, elenchi professionisti ecc.),come parte di un più generale aumento della trasparenza sull’operato comunale, ottenibile attraverso l’informatizzazione delle procedure amministrative, come in precedenza affermato.

Indipendentemente dal tema della partecipazione, alcuni principi devono essere enunciati in merito ai piani strutturali e al consumo del territorio. La speculazione edilizia, spesso direttamente o indirettamente favorita dalle stesse amministrazioni per avvalersi degli oneri di urbanizzazione, costituisce uno degli elementi strutturali del disordine economico, di cui la crisi finanziaria non è che la manifestazione ultima. Compito delle amministrazioni locali (e dello Stato) deve essere invece la tutela del proprio territorio, da intendersi sempre e comunque come un bene comune. Per altro verso, la garanzia di accesso alla casa si ottiene commisurando i bisogni ai costi effettivi degli immobili. Le logiche speculative minano entrambi questi obiettivi. Nella definizione, quindi, dei piani strutturali deve essere valutato preliminarmente lo stato dell’esigenza abitativa, disaggregato tra le varie fasce della popolazione, e gli interventi previsti devono essere commisurati ad esso, così come deve essere privilegiato il ricorso alla ristrutturazione e al recupero dell’esistente, a partire dalle aree previste dall’ attuale P.R.G., attività tuttora non attuate, rimuovendo ciò che a questo è di ostacolo, per conseguire il duplice obiettivo di ridurre il consumo di territorio e preservare l’identità tradizionale dei luoghi, anche attraverso eventuali completamenti di aree omogenee in armonia con l’ambiente. Deve altresì essere promossa la permanenza nei centri abitati delle attività artigianali a basso tasso di inquinamento, come parte integrante della cultura materiale del lavoro nella nostra comunità.

Al tempo stesso, devono essere adottate misure atte a contrastare il fenomeno delle case sfitte (come più sopra ricordato ma anche, ad esempio, differendo o subordinando alla locazione i permessi a costruire a proprietari di case sfitte). Con l’attuale piano regolatore di San Giuliano si è giunti a saturazione del territorio e quindi non appare né logico né opportuno consentire nuovi insediamenti. La bellezza del territorio è uno dei patrimoni del nostro comune ed in sé una fonte di ricchezza: non si può continuare a cementificare. Per altro verso, vi è ancora un ingente patrimonio edilizio da recuperare nel rispetto delle attuali volumetrie e delle tipologie edilizie che lo rendono esteticamente impareggiabile. Eccezione deve esser fatta per un piano straordinario di edilizia pubblica, indispensabile a garantire anche nel nostro comune una percentuale adeguata di alloggi per le famiglie a basso reddito. In ogni caso, nella costruzione di nuovi edifici e nella ristrutturazione dei vecchi devono essere sempre adottate misure di bioarchitettura e di utilizzo di sistemi di risparmio energetico e deve essere accertata la compatibilità dell’edificazione con la bonifica idraulica, la viabilità e la rete dei servizi del territorio.

Ulteriori principi e interventi ai fini della gestione dell’ambiente e del territorio nella prossima legislatura possono così essere delineati:

  •  armonizzazione delle norme di PRG  rispetto agli altri comuni del Lungomonte pisano,
  • verifica della copertura finanziaria del piano strutturale del PRG, abbandonando la pratica di annunci di opere destinate a non essere realizzate, neanche dopo oltre due legislature,
  • Individuazione e rapida rimozione degli ostacoli che ne hanno impedito la realizzazione; in particolare, per giungere in tempi ragionevolmente brevi alla realizzazione di un collegamento viario tra la Statale del Brennero e via U. Dini e al declassamento della Statale dell’ Abetone, per liberare il capoluogo dal traffico attuale,
  • eliminazione dei passaggi a livello, in primis quello del capoluogo, con realizzazione del sottopasso pedonale e della viabilità alternativa, assumendo le iniziative necessarie verso le Ferrovie per accelerare i tempi dei lavori,
  • recupero dell’area ex Deta-Lazzeri, dando rapida attuazione all’ accordo con la proprietà,
  • recupero dell’Opera Pia,
  • recupero delle aree a verde pubblico e attrezzate,
  • revisione della variante apportata all’area attigua al l’hotel GRANDUCA, trasformandola da parcheggio ad area ricettiva,
  • recupero monumentale e ambientale dell’acquedotto mediceo e delle aree contermini in accordo con il Comune di Pisa (Programma salviamo l’acquedotto), con la progettazione di spazi verdi ed attrezzature per il tempo libero per una fruizione più consapevole e sicura del monumento,
  • valorizzazione degli scavi etruschi,
  •  recupero delle strutture di archeologia industriale e dei piazzali legati all’attività estrattiva e messa in sicurezza delle cave, senza che la applicazione della Legge Regionale 78/1998 faccia riprendere la attività estrattiva. Pur essendo la materia delegata alle Provincie, il Comune di San Giuliano dovrà non solo seguire criticamente la stesura del progetto, per far sì che in seno alla Conferenza dei Servizi Provinciale non venga prevista la concessione di nuovi permessi di estrazione ad eccezione di quelli strettamente necessari al ripristino dei gradoni e solo nei casi in cui ciò sia possibile senza alterazione del paesaggio.
  • attuazione delle procedure necessarie alla verifica, manutenzione e ripristino della sponda del fiume Serchio,
  • attuazione delle procedure necessarie alla verifica, manutenzione e ripristino delle sponde del Canale Demaniale di Ripafratta e restauro delle sue strutture in prossimità del centro storico di San Giuliano Terme,
  • ricerca e reperimento di fondi per restituire dignità al fosso che attraversa il capoluogo, attualmente in uno stato di deplorevole degrado.
  • potenziamento e miglioramento della raccolta differenziata, attraverso una campagna di sensibilizzazione e controlli specifici e adeguati su Geofor, finalizzata anche a una diminuzione delle tariffe,
  • educazione ambientale e alla raccolta differenziata da tenersi nelle scuole medie,
  • servizio di controllo da parte dei vigili contro le discariche abusive e l’incuria dei cittadini verso il territorio,
  • bonifica delle aree con presenza di discariche abusive,
  • attuazione di un progetto per l’attuazione di un’attività permanente di pulizia dai rifiuti dai margini delle strade urbane ed extraurbane,
  • Severo controllo del rispetto delle ordinanze di allaccio alla fognatura nera,
  • autocritica sulla gestione del teleriscaldamento e sulla sconfitta politica di quello che doveva essere un vero e proprio fiore all’occhiello dell’amministrazione comunale,
  • individuazione e messa in opera di forme di energia alternativa, come la geotermia, il fotovoltaico, ma soprattutto, per il territorio sangiulianese, tipicamente molto ventoso, realizzazione di impianti eolici e sostegno alla realizzazione di impianti microeolici sui tetti delle case, attraverso incentivi finanziari alle famiglie,
  • agevolazioni per coloro che si adeguino alla normativa per il risparmio energetico sia termico che elettrico,
  • adeguamento energetico delle strutture comunali, partendo dall’illuminazione pubblica, e dalla messa in opera di pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici,
  • utilizzo da parte dell’Ente, e campagne per la promozione dell’utilizzo da parte dei cittadini, di luci a risparmio energetico per l’illuminazione degli edifici e solare per l’illuminazione pubblica e la produzione di acqua calda,
  • acquisto di pulmini e altri mezzi, per il trasporto pubblico, con motori alimentati da carburanti ecologici ed elettrici,
  • creazione di una seria rete di servizi di trasporto pubblico a prezzi accessibili, attraverso il ripristino della fermata della stazione di Rigoli e il collegamento ai mezzi pubblici delle zone ancora non servite,
  • realizzazione e potenziamento di piste ciclabili ancora poco presenti nel territorio di San Giuliano e manutenzione di quelle esistenti,
  • piano di educazione ambientale rivolto alla cittadinanza e, in particolar modo, agli studenti delle scuole, con iniziative mirate,
  • creazione di nuove ANPIL, per esempio nella zona dei castagneti di Molina di Quosa,
  • stipulazione di accordi per lavori di forestazione e bonifica in sinergia con la Casa circondariale Don Bosco di Pisa,
  • riqualificazione e valorizzazione delle aree montane; nello specifico: sviluppo della sentieristica con destinazione di fondi per la sua manutenzione e conseguente ricaduta occupazionale,
  • salvaguardia e recupero del patrimonio edilizio pubblico esistente e suo utilizzo,
  • potenziamento degli interventi di manutenzione della rete stradale, finalizzati a un migliore scorrimento del traffico e una maggiore sicurezza,
  • revisione dell’uso degli autovelox, che dovranno essere preceduti da cartelli luminosi dissuasori finalizzati alla prevenzione degli incidenti e non essere ridotti a meri strumenti per fare cassa,
  • maggiore presenza dei vigili sul territorio, finalizzata anche a prevenire abusi e danni ambientali,
  • riorganizzazione del servizio di polizia municipale con l’obiettivo di almeno un vigile presente in ogni frazione, non a scopo repressivo, ma per una polizia di prossimità, atta a dirimere le piccole questioni e prevenire la microcriminalità,
  • attuazione di un piano organico volto alla conoscenza dei fenomeni di disagio e degrado del comportamento giovanile, in fase di rapido sviluppo anche nel nostro territorio, per la razionalizzazione di interventi tesi al recupero e al reinserimento sociale,
  • regolamentazione di manufatti destinati alla coltivazione degli orti a uso familiare, superando la normativa attuale, che ha dato e da luogo alla realizzazione di baracche precarie e abusive non compatibile con le necessità abitative e turistiche esistenti sul territorio, nelle attuali condizioni socio-economiche,
  • priorità alla battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico, a partire dall’esenzione del pagamento ad Acque della bolletta di consumo per uso pubblico, essendo l’acqua un bene primario assoluto.

 

Scuola

  • affrontare subito il problema dei tagli previsti dalla finanziaria e dalla riforma Gelmini, individuando – come priorità – le risorse per garantire a tutti il diritto all’istruzione e la possibilità di accesso per tutti ai relativi servizi (trasporto, mense, ecc.).
  • continuare la gestione pubblica degli asili nido, compresi quelli di prossima apertura, individuando nella GESTE l’azienda di riferimento per quanto riguarda l’aspetto operativo.

 

Sport

  • migliorare la gestione degli impianti esistenti sul territorio e favorire manifestazioni sportive di rilievo sia locale che nazionale e internazionale (come per es. la Coppa Carnevale) a livello giovanile.
  • dare impulso alle società sportive esistenti sul territorio migliorando ulteriormente il rapporto tra queste e l’amministrazione comunale.
  • favorire gli sport cosiddetti minori (es. il pattinaggio e il tennis da tavolo), attraverso l’organizzazione di manifestazioni da svolgersi nelle strutture comunali esistenti e un’adeguata campagna di informazione sui vantaggi sia fisici che educativi di tali attività sportive.

1 Responses to Il Programma

  1. lesley mcfall ha detto:

    ciao e hello

    per favore passa questo messaggio – se e’ possible – a miniati marilu’. sono una sua amica scozzese da tanti anni fa….non so un altro modo come posso fare contatto.

    many thanks

    lesley

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